Buone pratiche #12 -Non rinunciare a vaccinare il proprio figlio

Non rinunciare a vaccinare il proprio figlio

Durante la pandemia di coronavirus in corso 2019 (COVID-19), c’è stato un calo significativo nella routine vaccinale

Sebbene ci concentriamo sulla prevenzione dell’epidemia di COVID-19, non possiamo rinunciare alla protezione contro le malattie prevenibili con il vaccino. In qualità di genitore, potreste avere domande o dubbi sulle vaccinazioni per vostro figlio. Se non si è sicuri e si sceglie di non vaccinare, bisogna comprendere le conseguenze di tale decisione. Il numero di casi dovuti a malattie infettive prevenibili con il vaccino, come per esempio il morbillo, è in aumento perché troppe persone scelgono di non vaccinare il proprio figlio, riducendo “l’immunità di comunità”. Mentre continuiamo ad affrontare le sfide di una pandemia globale, è importante che le persone aumentino le difese anche utilizzando i vaccini. Un bambino non vaccinato ha maggiori probabilità di dover andare in ospedale quando è malato e di avere una minore protezione contro la COVID-19.

E’ importante cercare informazioni da fonti attendibili, oppure fare domande e richiedere informazioni sulle vaccinazioni al medico/pediatra. In rete è facile trovare informazioni, ma solo perché qualcosa è su Internet non lo rende vero. Anche blog, editoriali o articoli di giornale possono contenere informazioni errate.

  • I vaccini possono provocare eventi avversi lievi quali dolore, febbre lieve e mal di testa. Eventi avversi gravi sono rari e spesso collegati a un’allergia o una malattia specifica del paziente. È molto meno probabile che il bambino si ammali per colpa del vaccino che della malattia che il vaccino previene.
  • I bambini non vaccinati rischiano di essere esclusi dalle attività quotidiane di aggregazione sociale, come per esempio rimanere a casa da scuola o non giocare con i coetanei. I bambini vaccinati che si ammalano possono necessitate di effettuare un minor numero di esami diagnostici rispetto ai non vaccinati.
  • Non credere ai miti. Il più noto è il legame tra il vaccino trivalente (morbillo, rosolia, parotite) e l’autismo, dopo la pubblicazione degli anni ’90 di uno studio con risultati falsificati. Da allora, molti studi hanno dimostrato la non veridicità dell’associazione tra autismo e vaccinazioni. La prevalenza dell’autismo è aumentata negli ultimi 20 anni, grazie al fatto che è stata migliorata la diagnosi del disturbo.

Oltre a proteggere il bambino, i vaccini danno benefici a tutta la famiglia e all’intera comunità. Prima di ritardare o rinunciare alle vaccinazioni, è importantissimo essere informati in modo appropriato e nell’interesse del bambino.

 

Fonte: JAMA (Patient page) 2020; 324(8): 816.)

 


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