Buone pratiche #16 – vaccinazione contro la covid-19 nei bambini

La vaccinazione contro la covid-19 nei bambini

Recentemente l’agenzia statunitense Food and Drug Administration ha autorizzato l’uso del Vaccino Pfizer/BioNTech nei bambini di età compresa tra 12 e 15 anni, mentre sono in corso studi in cui si vaccinano bambini sin dai 6 mesi d’età. Con la vaccinazione diffusa contro la SARS- CoV-2 degli anziani e di altri gruppi altamente vulnerabili, si sta ora prendendo in considerazione la vaccinazione dei bambini. L’opportunità di vaccinare i bambini e gli adolescenti rimane una questione aperta anche perché sinora i giovani sono stati ampiamente risparmiati dalle forme gravi di Covid-19.

Le evidenze si stanno producendo nel tempo; queste devono essere valutate al fine di pianificare efficaci strategie vaccinali dell’intera popolazione, anche in base alla disponibilità dei vaccini.

Il rapporto costi-benefici di qualsiasi campagna di vaccinazione dipende dal carico di malattia nella popolazione target e dalle risorse disponibili. La gravità della Covid-19 nei bambini di età inferiore ai 12 anni è simile a quella dell’influenza. I bambini soffrono solo di forme lievi dell’infezione e i dati preliminari suggeriscono che la malattia causata da varianti del virus preoccupanti rimane lieve nei bambini piccoli.

Quindi, al momento, vaccinare i bambini non rappresenta una priorità. Sebbene rimanga essenziale un attento monitoraggio perché se emergesse che il virus, o una delle sue varianti, causasse gravi malattie nei bambini, la vaccinazione dei bambini diventerebbe una priorità.

Studi recenti dimostrano che la vaccinazione di massa riduce la trasmissione della popolazione di SARS-CoV-2. I bambini e gli adolescenti in età scolare hanno generalmente tassi di contatto sociale più elevati rispetto agli adulti, quindi vaccinare i bambini potrebbe ridurre la circolazione del virus e proteggere gli adulti più vulnerabili dall’esposizione.

Tuttavia, i bambini sembrano essere meno suscettibili degli adulti sia all’infezione che alla trasmissione di SARS-CoV-2, quindi i bambini hanno un ruolo limitato nel sostenere le catene di trasmissione e vaccinarli potrebbe essere di beneficio marginale nel ridurre il rischio per gli altri.

Alcune condizioni croniche, come le malattie tumorali, quelle infiammatorie o l’obesità, predispongono i bambini a una Covid-19 più grave e quindi i bambini più vulnerabili potrebbero essere vaccinati, ma la ricerca deve ancora lavorare.

Ci sono ancora molte domande che necessitano di risposta da parte della ricerca, come per esempio la durata dell’immunità post vaccinale e dopo la malattia, o la circolazione del virus, affinché si possano attuare le strategie vaccinali più efficaci.

Se l’infezione infantile (e la riesposizione negli adulti) continuasse ad essere lieve, la vaccinazione infantile non sarà necessaria per fermare la pandemia.

I benefici marginali dovrebbero quindi essere considerati nel contesto delle risorse sanitarie locali e un’equa distribuzione dei vaccini a livello globale.

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